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Posta tra le costellazioni zodiacali del Toro e dei Gemelli, Orione rappresenta una delle costellazioni più imponenti del cielo invernale.

Composta da circa 130 stelle, è facilmente individuabile grazie alle 3 stelle principali che compongono la così detta “cintura di Orione”, ovvero Alnitak, Alnilam e Mintaka.

Oltre a queste, le stelle più famose sono le 4 che compongono le spalle e le gambe, ossia Betelgeuse, Bellatrix, Saiph e Rigel.

Di queste ultime, particolare importanza ricopre Betelgeuse (scientificamente conosciuta come α Orionis) che è distinguibile grazie al suo colore rosso. Si tratta infatti di una supergigante rossa, distante dalla terra circa 600 anni luce, che presenta un raggio 1000 volte più grande del nostro Sole. Recenti studi hanno affermato che Betelgeuse potrebbe presto esplodere, diventando una supernova ben visibile dal nostro Pianeta e regalando uno spettacolo astronomico di importanza assoluta.

Betelgeuse, insieme alla stella Sirio della costellazione del Cane Maggiore ed alla stella Procione della costellazione del Cane Minore, formano il cosiddetto “triangolo invernale”. Di queste tre, la stella Sirio ricopre un’importanza particolare come la stella più luminosa del cielo osservabile dalla Terra. Parleremo di Sirio più in dettaglio in futuro, in quanto rappresenta un grande mistero dal punto di vista esoterico.

Le meraviglie della costellazione di Orione sono immense.

La nebulosa “testa di cavallo”, vicino la stella Alnitak, e la nebulosa di Orione (catalogata come Messier 42), sono tra le più osservate tra gli astronomi professionisti e dilettanti.

Nebulosa Testa di Cavallo
Nebulosa di Orione

Storia

Sin dall’antichità, la costellazione di Orione ha occupato una posizione di rilievo nelle culture che si sono susseguite nell’arco della storia da noi conosciuta. Dai Sumeri agli Egiziani, dai Caldei ai Greci, tutti hanno posto la loro attenzione a questo spettacolare complesso stellare che forma una delle più grandi costellazioni del cielo visibile ad occhio nudo.

In Grecia

Il nome con la quale viene conosciuta oggi, appunto Orione, è stato dato dalla cultura ellenica.

Per i greci, Orione era un cacciatore di gigantesca statura accompagnato sempre dal suo fedele cane Sirio.

Figlio di Poseidone ed Euriale, condivideva con la dea Artemide le battute di caccia. Quest’ultima, innamoratasi di lui, chiese al gigante di diventare il suo amante, venendo poi rifiutata per amore della moglie.

Avendo scoperto che Orione corteggiava le Pleiadi, Artemide inviò lo Scorpione ad ucciderlo. Così, durante la notte, appena il gigante si addormentò, lo Scorpione si avvicinò uccidendo prima il fido cane Sirio e poi lo stesso Orione. Zeus, adirato nel sapere la notizia, decise per commozione di porre Orione e Sirio nel cielo stellato, dove ora formano le rispettive costellazioni di Orione e del Cane Maggiore dove brilla appunto la stella Sirio.

È evidente qui la rappresentazione astronomica delle varie costellazioni citate. Orione, infatti, si trova sulla sinistra della costellazione del Toro e delle Pleiadi. A sua volta, la stella Sirio, lo segue nel cielo.

La costellazione dello Scorpione, invece, nasce ad Est proprio quando le costellazioni di Orione e del Cane Maggiore, scivolano sotto la linea dell’orizzonte ad Ovest.

In Egitto

Nella cultura egizia, il suo nome è SAHU, l’anima di Osiride, dio dell’Oltretomba e della Resurrezione.

Sahu è la dimora dei Re morti. Qui, ogni faraone, dopo il decesso, diviene una stella.

“Re Osiride possa tu attraversare la via lattea, il sinuoso fiume. Possa la vita ultraterrena condurti per mano, là dove è Orione.”

Questa “formula”, trovata nella piramide di Unas, doveva accompagnare il re defunto alla costellazione di Orione affinché diventasse una stella tra le altre.

Di particolare rilevanza, la teoria del ricercatore Robert Bouval, che, analizzando le tre piramidi della piana di Giza, ha trovato una stupefacente corrispondenza tra la disposizione geometrica delle piramidi con le tre stelle della cintura di Orione e del loro posizionamento rispetto al fiume Nilo, che rappresenterebbe il braccio della Via Lattea.

Forse gli egizi volevano così portare in terra ciò che era in cielo. Osiride, rappresentato in cielo dalla costellazione Sahu, era ora in terra grazie alla costruzione delle piramidi.

Tuttavia, l’attuale posizionamento astronomico della costellazione di Orione rispetto al braccio della Via Lattea, non corrisponderebbe con il sito delle piramidi con il Nilo.

Bouval è riuscito però a risalire al corretto posizionamento andando indietro nel tempo con dei software stellari, trovando la corretta disposizione nel 10500 A.C..

Secondo il ricercatore, quindi, i costruttori volevano indicare questa data come inizio dell’attuale civiltà, quando gli dei governavano la terra.

Babilonia

Nella cultura babilonese/caldea, alla costellazione di Orione veniva dato il nome di “Nephila” che significa “Il Gigante del Cielo”.

Da questa radice, deriva la parola “Nephilim” che significa anche “Coloro che dal Cielo scesero sulla Terra”.

I Nephilim nei testi ebraici

Questo termine lo troviamo nella Bibbia Gn 6/1-8:

“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie,

i figli di Dio [Elohim] videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.

Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”.

C’erano sulla terra i giganti [nephilim] a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.

E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.

Il Signore disse: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti”.

Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.”

Dei Nephilim si parla anche nel Libro di Enoch, testo ritenuto apocrifo dalla religione ebraica. Qui vengono descritti come dei giganti scaturiti dall’accoppiamento degli angeli caduti con le donne di razza umana.

Gli antichi astronauti

Secondo il traduttore dell’antico ebraico Mauro Biglino [1], i Nephilim erano niente poco di meno che gli ANUNNAKI di cui si parla tanto oggi.

ANUNNAKI, come commentato dal sumerologo Zecharia Sitchin, significa appunto “Coloro che dal Cielo scesero sulla Terra”[2]. Lo studioso di origine ebraica avvalora la sua tesi prendendo spunto dalla Bibbia stessa (Nm 13,32-33) che parla dei figli di Anak (ANUNNAKI) i quali erano dei giganti[3].

Dunque i Nephilim/ANUNNAKI sarebbero i creatori della razza umana.

Coloro dai quali ha avuto inizio la storia dell’umanità e dai quali l’uomo ha ricevuto la conoscenza.

Figli di Orione, provengono da uno dei pianeti di quella costellazione o meglio da un pianeta – NIBIRU – che, nella propria orbita di 3600 anni attorno al nostro Sole, verrebbe visto dalla Terra come proveniente dalla costellazione di Orione.

Spiritualità

Esiste una teoria secondo la quale il termine Nephilim significa “Coloro che dal Cielo caddero sulla Terra”, sottolineando il fatto che cadere è un atto diverso dallo scendere in quanto passivo, quindi non causato dalla volontà.

La caduta dal Cielo, o da quella dimensione spirituale superiore da parte dell’Uomo, è una particolarità espressa anche nel Pimandro di Ermete Trismegisto.

L’Uomo primordiale, essere completamente spirituale, si innamora della natura creata dal Demiurgo e, entrando o meglio “cadendo” in essa, quindi da essere completamente spirituale scende nella materia, ne rimane intrappolato.

William Rimmer – “Evening, Fall of Day”

Da questa caduta nasce l’umanità per come noi oggi la intendiamo e la meraviglia dell’Uomo come essere dal doppio aspetto: spirituale e materiale.

Siamo dunque noi gli angeli caduti?

Siamo noi gli ANUNNAKI o Nephilim di cui parlano le antiche scritture e che caddero sulla Terra per amore dando origine all’Uomo fisico/materiale nel quale, erroneamente, ci identifichiamo completamente dopo aver dimenticato la nostra natura spirituale?

Ancora Astronomia

Tornando all’astronomia e volendo far derivare dalla costellazione di Orione il nome di “Orionidi”, ovvero le stelle cadenti ammirabili in autunno nel mese di Ottobre, si potrebbe collegare il termine Nephilim/ANNUNAKI al fatto che, invece di esseri extraterrestri provenienti da altri pianeti, sarebbero stati i meteoriti a portare la vita sulla Terra.

“Coloro che dal Cielo scesero sulla Terra” e che, portando con se i batteri o forme di DNA, avrebbero dato il via all’evoluzione animale e vegetale nel nostro pianeta fino ad oggi.


[1] Vedi Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia” di Mauro Biglino – Edizioni INFINITO EDITORI

[2] C’è da dire che secondo altri, il termine significherebbe “La razza più progredita della Terra”, facendo dunque derivare questa civiltà alla Terra stessa e non ad un pianeta extraterrestre e avvalorando la tesi secondo la quale sulla Terra si sono susseguite diverse civiltà progredite, in seguito scomparse a causa di eventi naturali catastrofici.

[3] Vedi “La Bibbia degli Dei” di Zecharia Sitchin – Edizioni PIEMME

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