Fratelli miei,
in questi giorni strani e difficili, in cui ci stiamo confrontando con una generale inibizione delle nostre più consolidate, personali ed intime libertà di movimento, più volte mi sono interrogato su quale fosse il ruolo del massone in un tale particolare contesto. Con quali occhi guardare tutti gli ultimi avvenimenti sociali e con quale approccio confrontarsi con essi, alla luce del nostro percorso iniziatico, della nostra maturità e, soprattutto, della
nostra curiosità e incessante voglia di ricerca del vero?
La finalità di questa tavola non è quella di esporre la mia opinione sulle vicende conseguenti alla diffusione del virus. Sarebbe un punto di vista come tanti, probabilmente né migliore, né peggiore di quanto già ascoltato in questi giorni. Un pensiero che a qualcuno potrebbe apparire condivisibile e ragionevole, ad altri banale, fuorviante, assurdo oppure fantasioso, per altri ancora potrebbe essere ritenuto irrispettoso, offensivo
o innescare chissà quali altri sentimenti o stati d’animo.
Oggi sembra che tutti siamo chiamati ad esprimere un giudizio sul Covid-19, come avviene per i commenti post partita di una competizione sportiva che ha visto protagonista la nostra squadra preferita, o alla stregua di un commento politico su questo o quel provvedimento governativo, o ancora sull’opportunità o meno della permanenza dell’Italia nella Commissione Europea. Per tutti gli avvenimenti importanti o presunti tali, sembra
che “qualcuno” molto più grande di noi ci voglia indurre continuamente ad esprimere un giudizio, un’opinione, un parere, in modo che tutto poi si risolva in un banalissimo “pro” e “contro”, oppure in infinite variabili di “distinguo”. La presa di posizione inoltre crea divisione, come se necessariamente il nostro pensiero debba incasellarsi in questa o quella teoria, per lo più pre-confezionata da altri. Badate Fratelli, non voglio certo esimermi dal partecipare al dibattito o dal prendere consapevolezza su ciò che ci sta succedendo. Tutt’altro. Ebbene oggi mi piace ricordare, soprattutto a me stesso, che il percorso iniziatico da noi intrapreso ci fornisce una molteplicità di stimolanti e potenti strumenti per fronteggiare periodi come l’attuale, senza necessariamente sconfinare nella creazione o accettazione di nuovi dogmi. Con questo non voglio mostrarmi insensibile con quanti in questi giorni stanno vivendo un disagio economico grave, dove la stessa sussistenza è messa in serio pericolo da nuovi problemi economici, i quali si aggiungono ai vecchi ormai consolidati negli anni. Spero dunque di non essere frainteso e mi auguro che quanto espresso non passi per superficialità o, peggio, per voglia di evadere dalle quotidiane e profane necessità di sopravvivenza.
Entrando nello specifico, quali sono questi strumenti e come possiamo impiegarli?
L’attività muratoria ci ha indicato un percorso da intraprendere, sin da quando abbiamo assistito alla nostra morte profana all’interno del Gabinetto di Riflessione e alla conseguente rinascita da iniziati all’interno del Tempio. Una strana frase alchemica ci indicava che la direzione della parte più ardua di questo viaggio era dentro di noi, alla ricerca di ciò che veramente siamo. La Massoneria per aiutarci in questo cammino introspettivo ci ha donato le meraviglie del Silenzio per ampliare la capacità dell’ascolto; ci ha mostrato simboli a noi prima sconosciuti affinché potessimo trascenderne il significato meramente essoterico, per giungere alle speculazioni esoteriche più intime e segrete.
Questo Fratelli miei è il più grande Segreto della Massoneria e può essere svelato soltanto a quei Fratelli che si armano di curiosità e di spirito di sacrificio.
La Massoneria ci ha anche insegnato che l’Uomo è costituito da due componenti: quella materiale e quella spirituale, entrambe necessarie per giungere all’equilibrio. Ci ha anche detto di: “…scavare oscure e profonde prigioni al vizio ed elevare templi alle virtù”, facendo dunque riferimento alla nostra parte egoica, quale componente da controllare e frenare, in quanto parte inscindibile dal nostro essere organismi viventi e pensanti. Non ci ha richiesto di eliminare la nostra parte oscura, bensì di accettarla e domarla. Abbiamo pertanto compreso che la ricerca del Vero potrà avvenire solo se riusciremo a tenere in equilibrio queste due componenti, senza che l’una prenda il sopravvento sull’altra.
Da questa premessa ritengo in modo sommesso che il Libero Muratore possa procedere in due direzioni distinte ma complementari. La prima appartiene al mondo materiale delle forme, la seconda al mondo della spiritualità e della trascendenza, che va oltre le forme stesse. La prima di tipo “speculativo”, la seconda di tipo “operativo”.
La via speculativa
Forse oggi abbiamo perso la memoria del vero significato di questo termine, che etimologicamente deriva dal Latino Speculari, ovvero guardare attentamente, approfondire, indagare con l’intelletto. Non ci si riferisce ovviamente all’accezione negativa dell’attuale significato economico del termine. La specola era infatti un luogo di osservazione elevato dal quale si poteva cogliere un’ampia panoramica dell’intorno. Non è un caso che in Latino la parola specola coincidesse con quella di osservatorio e che la stessa derivasse da specere, ovvero guardare, osservare. Salire sulla specola permette dunque all’osservatore una prospettiva diversa ed una visione della realtà più vasta e chiara.
La Massoneria cari Fratelli, insieme ai suoi strumenti, è la nostra specola, essa rappresenta il nostro più alto punto di osservazione, dal quale possiamo provare ad interpretare gli avvenimenti che ci circondano godendo di una prospettiva diversa, più elevata. Ma attenzione! Raggiungere la specola non è mai semplice. Non lo è neanche
per noi iniziati e necessita sempre di una continua messa in dubbio di tutte le nostre credenze ed archetipi, spesso inconsapevolmente fondati sui dogmi stratificati della nostra cultura e della nostra formazione. Accade di smarrire la via ed essere costretti a tornare indietro. Facciamolo con umiltà armati delle nostre più potenti armi: il dubbio e la curiosità. Se non nutrissimo dubbi, verosimilmente le nostre certezze ci porterebbero ad avere meno curiosità, meno voglia di guardare da prospettive più ampie ed elevate. Gli orizzonti si ampliano solo per quegli osservatori che ricercano nuove prospettive.
Quando provo ad esprimere simili concetti, mi piace ricordare l’essenza del Mito della Caverna di Platone, contenuto all’interno di un’opera intitolata “La Repubblica” e risalente al IV° secolo a.C., nel quale si racconta di un gruppo di uomini imprigionati dalla nascita all’interno di una caverna, con gli arti e le teste incatenate in modo da essere costretti a guardare sempre la parete in fondo alla caverna ed opposta all’ingresso della stessa. Essi consideravano le “ombre parlanti” visibili sul fondo della caverna non una proiezione, bensì la realtà stessa, non avendo mai potuto osservare direttamente l’esterno della prigione. Qualora uno dei prigionieri fosse riuscito a liberarsi e a raggiungere l’esterno, sarebbe rimasto inizialmente abbagliato per la troppa luce ma, una volta recuperata la vista abituatasi ai nuovi bagliori solari, avrebbe certamente compreso che le ombre che da prigioniero vedeva proiettate non rappresentavano la realtà, bensì una sua proiezione, una sua palese distorsione. Il prigioniero liberato avrebbe ammirato per la prima volta la realtà che lo circondava, vedendo direttamente le persone, gli animali e le cose di cui prima percepiva solo le loro ombre. Avrebbe inoltre ammirato il cielo ed i corpi celesti durante la notte ed il Sole durante il giorno, comprendendo come questo fosse la fonte di ogni cosa e la sorgente della luce che proiettava le ombre all’interno della caverna.
L’uomo liberato rappresenta l’Uomo Iniziato, ovvero colui che ha compreso che la conoscenza della verità è l’unica conquista che lo rende veramente libero. Questa Fratelli miei è la vera essenza della via speculativa alla quale faccio riferimento. Indagare con l’intelletto per comprendere, analizzare e osservare talvolta in silenzio per discernere il vero da ciò che invece è soltanto una sua proiezione distorta.
Il Massone non può dunque perdere di vista qual’è il suo obiettivo, con la matura consapevolezza che per raggiungerlo bisogna riuscire prima a liberarsi dalle catene che gli impediscono di vedere meglio, quelle stesse catene che non gli consentono di raggiungere la specola, ovvero quel punto di osservazione privilegiato ed elevato.
Ma ancora siamo nel mondo delle forme. Quale altro percorso esiste per il raggiungimento della via della conoscenza? La continua sete di sapere del Massone potrebbe anche voler indagare un’altra strada e non volersi fermare al piano materiale delle cose. Questo “andare oltre” è quello che all’inizio di queste riflessioni indicavo come via operativa.
La via Operativa
La ritualità e la liturgia muratoria, sin dal grado di Apprendista, ci ha lasciato intravedere l’esistenza di altre forme di energia più o meno sottili, vicine al mondo visibile benché impercettibili qualora cercassimo di indagarle con l’esclusivo uso dei nostri abituali cinque sensi. Su questa via pochi Fratelli si avventurano, alcuni vi giungono tardi e comunque dopo aver maturato bene la via speculativa, altri non vi giungono mai. In ogni caso nessuno ci darà alla fine una patente di buon massone per averla intrapresa o averla ignorata. Però chi scrive ritiene importante che un massone acquisisca almeno la consapevolezza della sua esistenza. Questo sarebbe già un ottimo risultato e potrebbe risultare gratificante e appagante anche per i più esigenti appetiti massonici.
D’altronde anche le nostre ritualità all’interno del Tempio, eseguite in nome di antichi strumenti liturgici, altro non sono che espressione della volontà di creare energie di tipo eggregorico, volte alla connessione tra i fratelli e tra questi e quella coscienza archetipica collettiva di cui Carl Gustav Jung è stato uno dei moderni sostenitori.
Ma in che termini questa via operativa può relazionarsi con la situazione attuale, nella sua drammaticità sanitaria ed economica? Questo contesto nuovo ha costretto molti di noi a rallentare o sospendere del tutto gli impegni quotidiani della vita profana professionale e sociale, determinando un vuoto che il massone non può non riempire con qualcos’altro.
La natura o un errore umano, paradossalmente, ci stanno fornendo un’occasione per fare una pausa di riflessione.
La possibilità di ripensare e ridefinire le abitudini consolidate negli ultimi decenni potrebbero, sempre a mio modesto avviso, creare delle meravigliose opportunità nel campo della sperimentazione e dell’operatività, intesa come pratica di ricerca e contatto con il Grande Architetto dell’Universo, con il Divino e con il mondo oltre le forme. Pare che in questo senso una sempre maggiore consapevolezza stia portando l’umanità alla maturazione di una nuova coscienza universale, allineata ad un crescente desiderio di armonia, pace, condivisione e tolleranza. In un’unica parola: Amore. Un Amore però inteso come Agape, per dirlo con un termine caro a noi massoni, cercando con tale termine di identificare quel particolare stato spirituale che ci eleva verso il divino.
Non dimentichiamoci che stiamo vivendo un periodo storico dell’evoluzione umana in cui i principi cardine della fisica quantistica sembrano confermare le dottrine delle più grandi ed antiche filosofie e teologie, sia orientali che mediterranee. Più ci si addentra nella comprensione delle particelle sub-atomiche e più si comprende che esse obbediscono a regole che ci riportano ad una entità unica di interconnessione e di correlazione tra microcosmo e macrocosmo. Una scoperta che ci porta a riconsiderare con mente più aperta l’Uno delle scuole filosofiche greche, da Pitagora a Platone, o ancora l’Uno identificato con il Brahaman dell’Induismo e del Buddismo o il Tao del Taoismo. Tutte espressioni diverse dello stesso concetto divino che per noi si concretizza
nel Grande Architetto dell’Universo.
La Massoneria è una scuola iniziatica il cui insegnamento riguarda la ricerca e la conoscenza della Verità al fine di raggiungere la Libertà dai pregiudizi e dalle umane e profane passioni. Utilizzare, in aggiunta alla via speculativa, anche quella operativa non può che essere di ausilio per acquisire maggiore consapevolezza sul ruolo e sulle potenzialità insite dentro ciascuno di noi.
Accostarsi alla meditazione, alla preghiera o ad altre forme di ricerca della nostra componente divina, non può che esserci utile, in chiave di comprensione e trascendenza del particolarissimo momento storico che stiamo vivendo. Gli strumenti possono essere molteplici e di approccio differente, non cambia molto. Analoga è la finalità, tenendo però sempre presente che qualsiasi esperienza spirituale o mistica non rappresenta in sé il
raggiungimento dell’illuminazione, bensì soltanto lo strumento per passare da un piano di comprensione ad un altro.
Quando scritto è una bellissima riflessione che mi invita a dire ciò:
L’umanità ha fatto molta strada nel proprio sviluppo e adesso sembra aver raggiunto il punto in cui inizia a essere un Unico organismo.Il Coronavirus,paradossalmente,sembra llontanarci ma ci unisce..
Il Massone lavorando, apprendendo,curiosando, intuisce,dalla propria Specola, che potrebbe diventare ‘Bella la Vita’ quando l’Umanità sarà unita come tutte le altre parti della natura inanimata,vegetale e animata in un unico sistema integrale in cui ognuno include tutte le parti in se’ stesso. Un sistema che si unisca in un Unico organismo in grado di ‘Cucirci’ e ‘Incollarci’ per un Unico sistema.Ecco.. quanto desidererei che questo fosse chiaro a tutti…!! Tutti sarebbero operativi per ottenere la Dazione non per un guadagno egoistico,non per se’ stessi ma per gli altri.E quanto grazie a questo tutti si sentiranno bene nessuno si ammalera’ più..