Questa  tavola la intendo una riflessione, perché il tema che ci pone è come poter distinguere la mia Morale in quella Massonica.
Perché Massonica?
La Morale è morale secondo me, ed essere uomini liberi è una scelta di vita.
La mia Morale mi impone di non essere opportunisti,  amare il prossimo e tutto ciò che ci  circonda e amare l’Altissimo, difendere i più deboli, lavorare per creare e unire.
Amare la vita e ciò che ti da giorno per giorno.
La mia Morale me l’ha tramandata la mia famiglia, mio padre e mia madre, le mie esperienze, i miei studi, la mia educazione ed io la tramando ai miei figli, una strada a senso unico che spero sia di loro gradimento.
Nella vita si sbaglia, io tantissime volte e mi sono rialzato altrettante volte, grazie al Signore che mi ha sempre aiutato.
Ecco, questa è la mia Morale, questa è la mia Morale Massonica, perché oggi per me non c’è una distinzione, vivo fuori e dentro dal tempio così.
Cercando qualcosa che possa darmi una spiegazione in tutto ciò che mi ha formato, mi sono soffermato su alcune letture e ciò che mi rappresenta è Kant, filosofo del 1780.
Lui afferma con fermezza che vi è una legge assoluta, libera da ogni condizionamento con due caratteristiche fondamentali.

1. Incondizionatezza. Dove la scelta morale non può che essere libera e fine a se stessa.
2. Necessità ed universalità. Che non può dipendere in alcun modo dalla situazione contingente e particolare, ma è uguale per tutti.

Nel poter dare un senso alla morale c’è una massima: ogni soggetto nel suo agire contiene una regola pratica che ne determina la sua condizione (ignoranza o inclinazioni).
Di conseguenza è una regola di carattere puramente soggettiva che il soggetto stabilisce di osservare delle regole solo per sé stesso e che unifica il senso dell’agire, riconoscendo 
l‘uomo che vuole divenire.
Analizzando ciò che scrive Kant, la Morale è soggettiva e per ogni essere umano è diversa, ma cosa unisce alcuni uomini, che guarda caso percorrono la stessa strada?
L’amore, lo stile di vita, la purezza, la voglia di cancellare l’ego e di avere virtù nello scegliere sani principi.
Credo che tutti Noi  speriamo  di poter camminare sulla retta via.
Ognuno di Noi percorre la propria strada e la propria Morale.


In risposta

di Gregorio Amigdala

Carissimo Fratello,

con piacere ed emozione leggo la Vostra lettera dove riportate le Vostre riflessioni.
Purtroppo questo argomento importantissimo non è stato potuto affrontare nel nostro amatissimo Tempio per ragioni legate alla gestione di un’associazione di uomini che, seppur sacra e sacrificatrice, sembra tuttavia sacrificata in nome di una morale che, legata alla degenerazione dei tempi in cui viviamo, guarda più alla mondanità che alla ricerca della Verità, cosa alla quale personalmente mi sono consacrato e spero che la nostra Reale Loggia faccia anch’essa.
Purtroppo, devo affermare che le idee e le linee guida tracciate da chi ha la responsabilità di gestire questa associazione di uomini, portano alla degenerazione di concetti tradizionali ed alla inevitabile e conseguente presenza di elementi che, mal comprendendo il simbolismo e la ritualità che ci appartengono, ci portano ad affrontare la situazione che oggi la nostra Santissima Istituzione è costretta a sopportare. Ecco spiegato il perché non è corretto iniziare chiunque ad una Scuola Iniziatica quale è la nostra, ma è indispensabile una corretta tegolatura.
Ovviamente, queste dure parole, possono far comprendere il mio stato di estrema sofferenza.
Nel recente passato, durante una tornata di un grado più alto al Vostro attuale, affermai che “Sono triste fino alla morte! Si, perché vedo mia Madre non riconosciuta e la mia Amante in preda ai violentatori”.
Ovviamente non spiegai chi era la Madre e chi era l’Amante. Questo è un linguaggio che resta per pochi e così deve essere. Un linguaggio simbolico ed iniziatico che deve appartenere a pochi non per generare una élite di individui, ma perché questi stessi individui hanno sviluppato delle capacità che li portano a comprendere il simbolismo delle immagini. Ebbene, parlai così perché in quel momento erano presenti dei Fratelli che potevano comprendere. Si, nonostante tutto, nella nostra associazione sono presenti degli individui che possono comprendere questo linguaggio, che hanno scelto di cercare la Verità e per questo è nostro dovere continuare a rimanere in questa associazione al fine di poter donare agli altri una speranza che possa portare luce e conoscenza. Come ho sempre detto al ns. carissimo ex Maestro Venerabile: “anche solo per una persona, ne vale la pena.”
Certo, la mancata tornata è sicuramente un problema che non può essere legato alla presenza o meno di alcuni Fratelli. Ognuno di noi è e deve essere libero di seguire la propria strada, di prendere le decisioni per come meglio crede e darsi delle priorità che non possono essere discusse se non da sé stessi. Non è infatti un’accusa nei confronti di qualcuno in particolare, ma sicuramente è una critica alla morale del mondo moderno ed a chi la propugna come punto di riferimento anche in un contesto iniziatico.
Infatti, seppur ogni individuo ha in effetti una propria morale, come Voi stesso avete affermato, tuttavia, questa è figlia di una morale sociale che deriva dall’evoluzione culturale, sociale, politica del popolo al quale questo individuo appartiene. Basta guardare il mondo e le varie culture; basta studiare la storia di uno stesso popolo per rendersi conto che la morale cambia nel tempo e nei luoghi in cui l’individuo si sviluppa. Pensate a Giordano Bruno bruciato sul rogo perché eretico, pensate alla caccia alle streghe, pensate ai Catari ed alle crociate in Terra Santa: sono cose che oggi, grazie anche all’evoluzione della morale che ci appartiene, non accadrebbero.
È pertanto nostro dovere cercare qualcosa di diverso, qualcosa che si distolga dal relativismo che caratterizza il nostro tempo ed andare verso un Assoluto che è e sempre sarà. La Morale Massonica è proprio legata a questo concetto di Assoluto perché, seppur la Massoneria sia una Scuola Iniziatica creata dall’uomo per l’uomo e segua l’evoluzione del tempo, tuttavia, questa resta sempre e comunque legata ai simboli ed alla ritualità che le appartengono dal principio. La Massoneria è una Scuola Tradizionale e pertanto è legata alla Tradizione e non al relativismo; è legata al Principio e non tanto all’Emanazione.
Pensate, carissimo Fratello, che l’emerito Papa Benedetto XVI accusò la Massoneria di relativismo. Ebbene, aveva torto poiché non era la Massoneria da accusare, ma i Massoni; cosa che deve essere ben contraddistinta.
Orbene, consapevoli della nostra condizione, portandoci alla ricerca delle conoscenza di noi stessi, arriveremo al punto di togliere da noi stessi tutte le scorze, i condizionamenti, le passioni ed i vizi e finalmente arriveremo alla nostra vera essenza. Quando finalmente potremo affermare di conoscerci, allora potremo finalmente dire anche che siamo in armonia con il Tutto, che siamo manifestazione dell’Uno e pertanto noi stessi rappresentiamo la Morale Universale la quale, essendo noi riconosciuti come Massoni, sarà essa stessa riconosciuta come Morale Massonica.
Un dubbio mi perviene in mente però: riusciremo mai a conoscerci?
Non so rispondere al momento, ma questo non distoglie neanche per un attimo il mio sguardo dal centro ideologico che ho generato per poter pervenire al G.’.A.’.D.’.U.’..


Un T.’.F.’.A.’.

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