Introduzione

Inizio questa Tavola di Studio con la preghiera al G.’.A.’.D.’.U.’., per la quale Gloria lavoro, di darmi il desiderio, la forza e l’ispirazione per poter compiere quanto di più Sacro è stato indicato a noi tutti FF .’. dalla nostra Santa Istituzione e per poter interpretare nel modo più puro possibile la simbologia che la Tradizione Iniziatica ci ha tramandato fino ad oggi.
È giusto e corretto che, nell’eseguire una certa ritualità, il F .’. sappia precisamente cosa egli stia compiendo, ricordando che il Rito non è nient’altro che la trasposizione in simboli, immagini e movimenti di una esperienza mistica comunicata agli altri. Le parole difficilmente riuscirebbero a spiegare ciò che avviene interiormente e che permette di raggiungere uno stato di conoscenza che va oltre la razionalità e pertanto, a tale scopo, gli Iniziati alle Arti Misteriche hanno creato un sistema comunicativo che si rifà al metodo di funzionamento della mente umana la quale, prima ancora di sviluppare un pensiero razionale, utilizza un linguaggio archetipico in simboli ed immagini.
Tale sistema non è nuovo, ma già anticamente veniva utilizzato attraverso ciò che poi diventarono religioni come il Cristianesimo e l’Induismo o meglio ancora come il pantheon sumero, egiziano e greco con le loro divinità che rappresentavano forze della natura e dell’animo umano. Anche in organizzazioni religiose più trascendenti come l’ebraismo e l’Islam, l’utilizzo del linguaggio archetipico ha avuto la sua funzione spirituale ed iniziatica nei confronti degli uomini di desiderio, solo che, al posto delle immagini con le quali venivano rappresentate le divinità, erano utilizzati i simboli delle lettere, attraverso la meditazione delle quali si giungeva a stati di coscienza extra ordinari che permettevano di raggiungere un certo tipo di Conoscenza.
Un esempio di antichità del sistema della Conoscenza per Immagini è riportato nel Vangelo di Filippo, dove si dice appunto che “la Verità non è venuta nuda al mondo, ma in simboli ed immagini”; questo per far comprendere che la Verità è incomprensibile ed inarrivabile, ma attraverso il linguaggio simbolico può essere compresa dall’uomo.
Attraverso il simbolo e l’immagine, avviene un percorso dall’irrazionale al razionale e questo percorso è ciò che viene simbolicamente compiuto, utilizzando gli strumenti della Libera Muratoria, attraverso la disposizione di Squadra e Compasso.
Precisiamo che per irrazionale si vuole intendere precisamente un qualcosa che supera la ragione umana, che non può essere afferrata attraverso il ragionamento ed il pensiero dell’uomo e quindi non precisamente qualcosa di negativo. Il Caos primordiale non per forza deve essere inteso come negativo, ma nella sua accezione iniziatica, rappresenta un ordine che trascende la ragione dell’uomo.
È dunque semplice capire il perché, nei 3 gradi della Massoneria Azzurra, la Squadra ed il Compasso sono disposti in maniera diversa secondo la camera in cui si lavora. Sono degli step che permettono di lavorare attraverso la ragione in principio per poi sviluppare un altro metodo di conoscenza che sembra irrazionale, ma che forse è meglio definire “intuitivo”.
Tutto, in ciò che concerne la ritualità ed i simboli presenti nel Tempio massonico, non è a caso e porta l’uomo a procedere in un percorso prima di comprensione e poi di messa in pratica, compiendo un’opera di “retro-simbolizzazione”, un’opera alchemica di ritorno all’essenza attraverso la quale è possibile ricostruire e quindi vivere direttamente l’esperienza mistica ed il conseguimento della Conoscenza. Il Tempio diventa simbolo del microcosmo e quindi dell’uomo che, a sua volta, è manifestazione del Macrocosmo. Attraverso il sistema iniziatico muratorio, diventa pertanto possibile raggiungere la Conoscenza di sé stessi e quindi del G.’.A.’.D.’.U.’. .
Per poter procedere nella comprensione degli atti compiuti all’interno del Tempio, si è voluto riportare l’interpretazione, discutibile o meno, delle procedure di Entrata ed Uscita dal Tempio e successivamente di Accensione delle Luci che più si ritengono idonee, ricordando sempre che le opere che tutti i FF\ iniziati alla Libera Muratoria compiono sono sempre e solo

A.’.G.’.D.’.G.’.A.’.D.’.U.’.

Ritualità

Entrata

L’ingresso rituale in Loggia deve essere eseguito da tutti i FF .’. di L .’. in senso orario.
Il C .’. I .’. entrerà nel Tempio prima del corteo, tenendo la spada nel dovuto modo e ponendosi in piedi alla soglia della porta d’Occidente.
Il C .’. E .’. resta dietro la porta del Tempio, possibilmente seduto tra due colonne illuminate nella posizione del faraone.
Entreranno prima i FF .’. Apprendisti Liberi Muratori, i Compagni d’Arte ed infine i Maestri Muratori non officianti.
Il M .’. d .’. C .’. si pone alla testa del corteo e lo conduce nel Tempio, deambulando in senso orario e facendogli compiere un giro completo dopo il quale gli Apprendisti prendono posto nella Colonna di Settentrione, i Compagni nella Colonna di Meridione, i Maestri nelle due Colonne in modo che risultino equilibrate per numero e per energia. Infine, gli Ufficiali prendono il posto a loro spettante.
Tutti devono rimanere in piedi e non all’ordine, tranne che su indicazione del M .’. d .’. C .’. .
Fatto ciò, il M .’. d .’. C .’. , dopo aver annunciato alla porta del Tempio e richiamato i FF .’. a mettersi in piedi e non all’ordine, si pone alla testa del corteo formato dal M .’. V .’. , I S .’. e II S .’. .
Il M .’. V .’. porterà in mano il Testimone.
Le tre Luci, guidate dal M .’. d .’. C .’. , provvedono a terminare la squadratura del Tempio deambulando in senso orario per tre rettangolazioni, procedendo in linea retta secondo i lati del Tempio, con conversioni a squadra in corrispondenza degli angoli. Terminato ciò prenderanno i loro rispettivi posti.

Accensione delle Luci

Dapprima viene accesa la Menorah secondo la sequenza più congeniale ai Lavori di L .’. .
Poi i candelabri posti sugli scranni dei dignitari.

Successivamente le 3 colonne poste al centro del Tempio secondo il seguente schema:
Il M .’. V .’. , il I S .’. ed il II S .’. , scendono dagli scranni e si recano al centro del Tempio, ognuno di fronte al proprio Candelabro.
Il M .’. d .’. C .’. porge la fiamma del Testimone al M .’. V .’. il quale accende la prima Torcia ad Oriente.

M .’. V .’.       Che la Saggezza illumini il nostro Lavoro.

Il M .’. d .’. C .’. porta il Testimone al I S .’. , il quale accende la seconda Torcia ad Occidente.

I S .’.            Che la Forza lo renda saldo.

Il M .’. d .’. C .’. porta il Testimone al II S .’. ,il quale accende la terza Torcia a Meridione.

II S .’.           Che la Bellezza lo irradi e lo compia.

Nel caso in cui le Colonne si trovino ai lati degli scranni delle rispettive Luci, il M .’. V .’. ordina al M .’. d .’. C .’. di provvedere alla loro accensione durante la quale M .’. V .’. , IS .’. e IIS .’. diranno le frasi soprascritte di propria competenza.
Subito dopo l’accensione della Colonna del II S .’. , l’Oratore dirà:
Oratore       Per l’elevazione spirituale dell’uomo, per il Bene dell’Umanità ed alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.

Uscita

Alla fine dei Lavori la marcia di uscita dal Tempio si effettua in senso antiorario, in forma circolare e con velocità maggiore di quella adottata all’ingresso.

Interpretazione

Entrata

Facendo seguito a quanto espresso nell’introduzione, l’Entrata nel Tempio è dunque un movimento simbolico atto a rappresentare qualcosa.

Ogni Fratello che si appresta ad accedere nel Tempio è chiamato a non eseguire i passi ed il segno, ma ad entrare direttamente compiendo un movimento circolare in senso orario attorno al centro rappresentato dal Filo a Piombo.
Questo movimento, che è in effetti spiraliforme e centripeto, indica la necessità di raggiungere concettualmente il punto geodetico noto ai soli Figli della Vedova, cioè il centro del Tempio, corrispondente per analogia al nostro centro interiore, al fine di perdere la carica egoistica per acquisire la Coscienza Universale. Un movimento che indica il superamento della propria personalità per arrivare ad un centro ipotetico dove esiste semplicemente l’Essere.
È destro centrico in quanto tale movimento rappresenta il moto apparente del sole. Proprio per tale motivo le lancette degli orologi moderni hanno un moto destro centrico.
Il fatto che il Fratello non compia i passi ed il segno rappresenta che il Tempio è soggetto all’entrata di chiunque, simbolo della mente dell’uomo in uno stato non ancora purificato e pertanto in una condizione di compulsività che non gli permette di pervenire alla visione delle immagini interiori ed alla Verità. Ogni “persona” che entra nel Tempio rappresenta dunque un pensiero non voluto che si insedia nella mente e questo può simbolicamente accadere perché il riconoscimento avviene subito dopo la rettangolazione del Tempio.
Ecco perché non è corretto che avvenga un’Entrata nel Tempio del Fratello compiendo i passi, il segno ed addirittura, in certi casi, la rettangolazione, con la giustificazione che il Tempio è già stato consacrato. Il Tempio, seppur eretto a luogo sacro, non è sempre consacrato; nel caso in cui fosse definitivamente consacrato, indicherebbe che la mente dell’uomo è costantemente centrata, senza compulsività e quindi perfettamente in armonia con i moti universali e la Sacra Volontà del Grande Architetto dell’Universo. Purtroppo, sappiamo benissimo che l’uomo non si trova in tale condizione, ma che questa è raggiungibile solo per qualche momento e dopo un lavoro intenso di purificazione, rappresentato simbolicamente dallo sgrossamento della Pietra Grezza.
Solo successivamente, nell’atto del riconoscimento da parte dei Sorveglianti, i Fratelli si metteranno all’ordine in quanto, proprio attraverso questa procedura, si vuole intendere simbolicamente la vigilanza che la mente attua nei confronti dei pensieri che non sono inerenti all’oggetto della meditazione; cosa che accade, come è giusto che sia, dopo la rettangolazione. Solo i FF .’. iniziati e quindi a conoscenza del segno del grado di Apprendista Libero Muratore, i quali rappresentano i pensieri purificati e quindi inerenti l’oggetto della meditazione, potranno rimanere all’interno del Tempio. Il Profano, ovvero il non Iniziato, rappresenta il pensiero condizionato proveniente da dinamiche che non appartengono all’essenza dell’uomo, ma che spesso sono portate da forze che l’uomo non conosce. Pertanto, deve essere allontanato.
Questi pensieri “profani” possono presentarsi anche successivamente alla purificazione e per questo è importante la funzione del Copritore Esterno il quale è simbolo ancora una volta della vigilanza raggiunta dopo il conseguimento dello stato meditativo.
Anche qui ci viene incontro la tradizione gnostico-cristiana, stavolta con San Paolo che, nella sua lettera agli Efesini ci dice appunto che “la nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”, riportandoci all’attenzione del fatto che il lavoro dell’Iniziato avviene interiormente e non esteriormente; una battaglia che il Libero Muratore compie dentro sé stesso attraverso ciò che simbolicamente viene definito, come già soprariportato, sgrossamento della Pietra Grezza e che viene definita Guerra Santa (Jihad) dall’Islam.
La squadratura viene compiuta dalle 3 Luci le quali, attraverso un movimento non più circolare, ma rettangolare attorno al pavimento a scacchi, simbolicamente attuano il processo della mente dell’uomo che si pone in stato meditativo e non più compulsivo. La mente e l’uomo in generale viene dunque “rettificata”, riportata ad uno stato in cui solo l’oggetto della meditazione è sottoposto alla sua attenzione e niente può distoglierla.
La squadratura viene compiuta per 3 giri, ad indicare che sono 3 componenti dell’essere umano a dover essere purificati, così come tra l’altro riportato e dettagliatamente indicato durante il rito di Iniziazione. Questi componenti sono i sensi, le emozioni ed i pensieri, rappresentati simbolicamente dagli elementi terra, acqua e aria. Attraverso questa purificazione, l’uomo trascende queste parti di sé stesso e si pone in quello stato di sonnolenza che Ermete Trismegisto ci indica poco prima del suo incontro con il Pimandro. Ponendosi in questo stato, l’Iniziato può finalmente pervenire alla Conoscenza per Immagini che gli permette di comprendere la Volontà Divina del G .’. A .’. D .’. U .’. .
Grazie al rito di Iniziazione, sappiamo comunque che questa non è la fine, poiché esiste ancora un elemento attraverso il quale bisogna trascendere sé stessi: il Fuoco. È proprio l’elemento Fuoco a rappresentare dunque l’Immagine/Simbolo e, superando questo, si perviene alla pura Verità che non ha forma, ma è rappresentata da una Luce che è l’essenza stessa dell’Immagine, il Fuoco Sacro ovvero la Verità che trascende la Ragione, incomprensibile all’uomo, esistente di per sé stessa.
Trovandoci in Camera di Apprendista, è lecito capire il perché ci si fermi alla rettificazione/purificazione dei soli primi 3 elementi dell’essere umano. Infatti, la Conoscenza Mistica, rappresentata dalla Luce, è trattata nel grado successivo di Compagno d’Arte il quale si pone come “Osservatore delle Verità Celesti”, come “Testimone della Verità” che ha sgrossato la Pietra e quindi ha raggiunto un grado di purezza che gli permette di poter contemplare ed interpretare la Volontà del G .’. A .’. D .’. U .’. espressa nella sua mente, in quel regno chiamato Astrale, dalle immagini e dai simboli che riceve.
La terminologia utilizzata di Osservatore deriva dai misteri Eleusini dove l’Iniziato era definito in principio Autoptes ovvero “colui che osserva sé stesso” e successivamente Epoptes ovvero “colui che osserva sopra” o meglio colui che è arrivato ad uno stato di contemplazione della Verità. L’Autoptes, il cui termine è composto dal greco “auto” e dal verbo “optéuo” (οπτεύω) che significa “vedere” è quindi legato al grado di Apprendista, mentre l’Epoptes, il cui termine è composto dal greco “epì” (επί), preposizione che significa “sopra” e dal verbo “optéuo” (οπτεύω) che significa “vedere”, è legato al grado di Compagno d’Arte.
Tutto questo sembra teoria ed in effetti lo è. Infatti il termine “Theorìa” significa proprio “vedere Dio”, riportandoci allo stato contemplativo dell’Epoptes e quindi del Compagno d’Arte.
Il termine “Testimone” è invece derivato dal concetto islamico di “Shahid” che significa propriamente testimone. Questo stato mistico permette di poter pervenire alla Conoscenza per Immagini di cui stiamo parlando e nel quale l’Iniziato si pone come individualità separata rispetto alle cose celesti, quindi è perfettamente uguale al concetto sopra esposto di Epoptes.
È nel grado di Maestro Muratore che l’Iniziato, morendo completamente a sé stesso, risorge come simbolo egli stesso della Conoscenza, riconoscendosi dunque in una parte del G.’.A.’.D.’.U.’. che si può definire come Ipseità, non più dunque come elemento separato che contempla la Sua Volontà, ma come manifestazione della Volontà e della Verità stessa. È proprio in questo stato che l’uomo può affermare di essere Figlio di Dio, manifestazione del G .’. A .’. D .’. U .’. così come il maestro Yeheshua ha riconosciuto e così come Al Hallaj, figura mistica del sufismo iraniano oltre che martire, è arrivato ad affermare nel suo “anā al-ḥaqq” (Io sono la Verità), sfidando il dogmatismo religioso dell’Islam.

Ho molto pensato alle religioni, per capirle,
ed ho scoperto che sono i molti rami di un’unica Fonte.
Non pretendere dunque dall’uomo che ne professi una,
ché così s’allontanerebbe dalla Fonte sicura.
È invece la Fonte, eccelsa e di significati pregna,
che deve venire a cercarlo, e l’uomo capirà.
Tu che biasimi il mio amore per Lui, come sei duro!
Se sapessi Chi intendo, così non faresti.
I pellegrini vanno alla Mecca, ed io da Chi abita in me,
vittime offrono quelli, io offro il mio sangue e la vita.
C’è chi gira attorno al suo tempio senza farlo col corpo
perché gira attorno a Dio stesso, che dal rito lo scioglie.

Mansur Al Hallaj

Accensione delle Luci

La sequenza di accensione riportata nella ritualità ha un significato che si lega al concetto precedentemente espresso in merito al senso centripeto di entrata, ma per comprendere ciò è prima necessario chiarire che la struttura utilizzata nel simbolismo del Tempio in quanto immagine dell’uomo e quindi del microcosmo, è quella dell’Albero della Vita.
Questa struttura non è di esclusiva pertinenza dell’esoterismo ebraico espresso nella Cabala, ma deriva da tradizioni ben più antiche che si sono evolute nel tempo ed in ultima analisi nella Cabala Cristiana sviluppatasi nel medioevo e tutt’ora base inequivocabile di tutta la cultura esoterica dell’Occidente. È una semplice rappresentazione simbolica attraverso la quale si può pervenire alla comprensione delle cose interiori dell’uomo alla quale si possono legare i simbolismi delle religioni e delle Scuole Iniziatiche occidentali, riscontrando in essa una derivazione puramente ellenica sviluppatasi nel platonismo e ancora di più nel neoplatonismo di Plotino oltre che nella scuola Pitagorica che vedeva nella Tetraktys  la forma essenziale della manifestazione divina, per poi fondersi con l’esoterismo ebraico, molto probabilmente in quella culla della cultura che fu Alessandria d’Egitto.
Questo schema viene preso come fondamento per comprendere la creazione dell’universo e dell’uomo e, nel Sepher Yetzirah, viene perfettamente spiegato come questo si sviluppa attraverso le 10 emanazioni rappresentate dalle Sephiroth (10 come nella Tetraktys) e le 22 lettere dell’alfabeto ebraico. Proprio in queste ultime possiamo trovare una corrispondenza con ciò che è rappresentato all’interno del Tempio massonico:

Albero della VitaTempioUomo
12 lettere elementali
(sentieri diagonali)
12 colonne zodiacaliCorpo
7 lettere doppie
(sentieri verticali)
MenorahAnima
3 lettere madri
(sentieri orizzontali)
3 candelabri sugli scranniSpirito

Pertanto, ritornando al moto centripeto, è corretto accendere prima la Menorah per poi procedere con i candelabri sugli scranni, in quanto si compie un percorso di conoscenza che dal corpo passa per l’anima ed infine arriva allo spirito. È una chiara indicazione del percorso simbolico che l’Iniziato compie partendo dal proprio corpo e dalla sua forma manifesta e quindi dall’esterno per poi passare alle altre proprie componenti che si sviluppano in un centro teorico interiore.
Fatta questa premessa, si denota quindi che attraverso l’Accensione dei Fuochi rituali, ricordandoci che il Tempio è per analogia un riflesso del micro e del Macrocosmo, si sta costruendo una vera e propria Identità Spirituale con la sua forma e le sue membra costituite dalle 12 colonne, con la sua personalità rappresentata dalla Menorah e con il Soffio Divino che è rappresentato dai candelabri sugli scranni.

Affinché questa Identità possa raggiungere la sua completezza è importante che vengano accese infine le 3 colonne poste al centro del Tempio e rappresentanti la Forza, la Bellezza e la Sapienza, rispettivamente relative al I S.’., al II S.’. ed al M.’.V.’..
Infatti, così come specificato dalla Cabala, un essere è completo se è costituito da 10 Sephiroth. Nel nostro caso, 7 sono rappresentate dai dignitari di Loggia e costituiscono una delle “personificazioni” (Partzufim) dell’Albero della Vita, ovvero Zer Anpin “il piccolo volto” (il Figlio di Dio), costituito dalle 6 Sephiroth inferiori unite a Nukvah, alla sposa rappresentata da Malkuth. 6+1 =7
Affinché Zer Anpin sia completo, le 3 Sephiroth di Chesed, Geburah e Tiphareth, le quali vengono propriamente chiamate le 3 colonne di Zer Anpin, devono essere sublimate diventando quindi le relative Sephiroth superiori, i Superni Chokmah, Binah e Kether, ovvero le 3 corone di Israele.
Questa sublimazione è simboleggiata dall’accensione delle 3 colonne e ci viene indicata dapprincipio dal fatto che una delle Sephiroth è già stata chiamata nella sua essenza sublimata, infatti per il M.’.V.’. si denomina la Sapienza/Chokmah e non la Misericordia/Chesed.
Il I S.’., che rappresenta la Forza/Geburah, diventerà dunque la Comprensione/Binah, mentre il II S.’., che rappresenta la Bellezza/Tiphareth, non potendo pervenire all’ipseità espressa dalla Volontà/Kether, diventerà la Conoscenza/Da’ath.
L’atto di sublimazione deve essere compiuto affinché l’Influenza Divina, la Mezla Qadisha, possa giungere fino a noi ed ispirare i nostri lavori, così come rappresentato nell’iconografia cristiana con la Pentecoste.

L’Identità così costituita è tradizionalmente chiamata Eggregore e viene alimentato dalle energie fisiche e psicologiche dei FF .’. presenti nel Tempio.
Attraverso questa Identità sarà possibile sviluppare una tipologia di lavoro che permetterà a tutti i FF .’. di poter equilibrare le proprie energie e riuscire a compiere un avanzamento non indifferente nel percorso che porta alla conoscenza di sé stessi e del G .’. A .’. D .’. U .’. .
Così come precedentemente affermato in merito alla corrispondenza dei FF .’. con i pensieri, è chiaro che gli interventi che vengono compiuti all’interno del Tempio non sono altro che rappresentazione della meditazione che l’Eggregore sta sviluppando in quel momento. Ecco perché è preferibile che il F .’. non copi tavole di altre persone da libri o internet, poiché sarebbe una profanazione della meditazione. È preferibile invece che il F .’. si ponga in uno stato ricettivo che gli permetta di essere canale di espressione dell’Eggregore anche prima della Tornata e sviluppando questa sua ricezione in una tavola che gli permetta di ordinare meglio il concetto. Questo ovviamente non deve comportare una sorta di medianità passiva che deve invece essere assolutamente evitata per non essere soggetti a forze estranee. È invece importante riuscire a percepire le immagini interiori che, dopo un duro lavoro di purificazione, possono essere viste nello Speculum della mente. Speculare significa riflettere e proprio questo termine ci indica il lavoro svolto dal nostro cervello che non fa nient’altro che riflettere le immagini luminose provenienti da un centro indefinibile che la tradizione ha chiamato “Cuore”.
Qui è dunque spiegato il perché l’Apprendista Libero Muratore non può intervenire, poiché il suo lavoro è ancora di sgrossamento e quindi di purificazione. Il porsi in Silenzio è indicazione di un combattimento interiore che lo porta a “tollerare”, nel suo proprio senso etimologico di “levare” tutti i condizionamenti che lo attanagliano costantemente.
Il Compagno d’Arte invece può intervenire poiché è simbolo di uno stato di Contemplazione della Verità e pertanto può interpretare le immagini viste poiché si deduce che, essendo egli purificato, possa ricevere questa Verità.

Uscita

Il senso antiorario di uscita dal Tempio sta ad indicare l’abbattimento del cerchio magico costruito, il ritornare allo stato “normale” della mente che non è più dunque meditativa o contemplativa, ma torna ad essere soggetta a condizionamenti anche se aggraziata dall’esperienza vissuta e pertanto desiderosa di reintegrarsi al G .’. A .’. D .’. U .’. .
Il moto centrifugo rappresenta il reinserimento nel mondo profano, la proiezione all’esterno (nella vita di relazione o mondo profano) dell’energia accumulata e soprattutto della Conoscenza acquisita.
Non vengono eseguiti anche qui il segno ed i passi poiché le Luci sono state già spente durante il processo di Chiusura dei Lavori e pertanto non sussiste più l’Essere spirituale creato attraverso l’Apertura dei Lavori.

Conclusioni

Con questa tavola si è cercato di trarre le giuste interpretazioni in merito alle operazioni simboliche attuate durante la ritualità, attraverso le quali è evidente che l’Iniziato costruisce il proprio Tempio Interiore basato sulla rappresentazione manifesta di ciò che è presente nel Tempio esteriore. Quest’ultimo è stato costruito sulla base di esperienze avute da Iniziati che sono riusciti a compiere grandi passi per la Conoscenza e, attraverso il linguaggio per simboli ed immagini, hanno definito le caratteristiche del Tempio che oggi viene utilizzato dalla Libera Muratoria.
Dire che è una fortuna che tutti i FF .’. hanno la possibilità di partecipare a questa manifestazione è forse poco. Spesso non ci si rende conto della magnificenza e della sacralità che abbiamo a disposizione grazie a chi, prima di noi, ha avuto il desiderio, la forza e l’ispirazione di compiere il Percorso Sacro rendendolo disponibile e praticabile a tutti, seppur non per tutti.
Si è voluto allargare la tavola con argomenti correlati per poter meglio definire le origini e la simbologia della nostra Santa Istituzione, la quale è un Tempio della Conoscenza che nei secoli è stata tramandata da pochi Iniziati e che oggi è sotto gli occhi di tutti, ma da tutti non può essere compresa, nonostante queste poche parole che sono state qui trascritte. Niente può sostituire l’esperienza mistica di contemplazione della Verità e di Ipseità che deve compiere l’Iniziato, questo è il Segreto. Parlarne può essere un passo in avanti, ma il vivere l’esperienza e l’essere manifestazione del G .’. A .’. D .’. U .’. è tutt’altra cosa.

Considerando quanto scritto precedentemente, si riporta la seguente tabella riassuntiva:

GradoStato
mentale
LavoroEsperienza
ProfanoCompulsivo
Apprendista
Libero
Muratore
MeditativoPurificazioneVisione delle immagini
interiori condizionate
Compagno
d’Arte
ContemplativoInterpretazioneVisione della Verità
Maestro
Muratore
Manifestazione della VeritàIpseità

Da ciò si evince che già i primi 3 gradi della Massoneria possono benissimo bastare al raggiungimento della meta iniziatica e d’altronde in passato era così. Lo sviluppo successivo di gradi superiori al Maestro Muratore è servito per porre un limite alla degenerazione che dal ‘700 in poi ha subito la nostra Istituzione. Purtroppo, oggi questa degenerazione continua e anche nei gradi superiori esistono degli spiacevoli sincronismi di eventi in cui si percepisce la inopportuna indifferenza al Sacro che dovrebbe invece essere attentamente vigilata e portata di nuovo alla profanità.
Si ricorda che tale tavola è una pura e semplice interpretazione della simbologia, senza nessuna presunzione di possessione della Verità che dovrebbe comunque contraddistinguere perlomeno un Maestro.
Ritengo che Maestri nella storia dell’umanità ve ne siano stati molti e che tutti questi, così come mi sento di ripetere e così come noi tutti dovremmo fare anche se troppo spesso lo dimentichiamo, hanno lavorato A .’. G .’. D .’. G .’. A .’. D .’. U .’. .


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