Quello di oggi, in questa rubrica “Imago” che presentiamo forse anche insufficientemente solo ogni 3 mesi su THEORIA, è un quadro che chi ci segue ed ha avuto la fortuna di essere ospite delle mostra di Antonella Spina eseguita questa estate a Catania, nella splendida sede di Palazzo Bicocca dell’Associazione Culturale “Triquetra”, ha avuto la possibilità di contemplare dal vivo.

E’ una di quelle opere che sono disarmanti nella loro incredibile semplicità poiché attirano l’osservatore e lo portano in una dimensione interiore dove è possibile contemplare sé stessi. Forse, anche per questo è stata un’opera venduta con una velocità incredibile ad un nostro carissimo e fraterno amico.

Bellissima la descrizione utilizzata per l’opera:

Per Amore, solo per Amore!
Un Amore incondizionato, come quello di Prometheus che dona il Fuoco dell’Intelletto all’umanità.

Già questa descrizione ci porta a capire il titolo del quadro: Agapé.

Infatti, Agapé è una parola greca che significa appunto Amore. Sappiamo però che esistono diverse parole in greco antico per definire l’amore: eros, philia, Agapé e tante altre.

Eros definisce l’amore erotico, sensuale. Philia è l’amore affettivo, come tra un genitore ed un figlio oppure tra amici. Agapé è l’amore incondizionato, un amore che trascende la ragione e che esiste oltre ogni cosa. Tra l’altro, Agapé è il termine usato nei Vangeli che, ricordiamo a tutti, sono stati scritti in greco. In particolar modo, Agapé è il vocabolo utilizzato da San Paolo che, latinizzato è divenuto Caritas e quindi l’attuale Carità. Capiamo quindi che la carità cristiana non dovrebbe essere quella di fare semplicemente l’elemosina, ma è qualcosa che va oltre il sentimento, qualcosa che oserei definire divina. Ed infatti, Agapé è l’amore divino!

Questo ci fa anche capire che il termine Agapé utilizzato dalle obbedienza massoniche moderne per definire i fastosi pranzi chiamati addirittura rituali, non è forse indicato per quanto avviene in queste conferenze fatte al tavolo con più serviti e tanti, tanti brindisi. Sarebbe il caso di chiamarli in altro modo, perlomeno in rispetto della Tradizione.

Ma tornando al senso dell’opera, possiamo anche capire l’associazione con Prometheus, il titano che rubò il fuoco agli dei per donarlo all’uomo. Quale atto d’amore più alto può essere considerato tale se non questo? Quale grande dono è stato compiuto verso l’umanità e quale grande dono è il simbolismo che si trova dietro questa mitologica storia!

Le mani che tengono il candelabro in quest’opera di Antonella Spina, della quale vi invitiamo a visitarne il sito www.antonellaspina.it, sembra proprio che stiano donando il fuoco acceso che, così come abbiamo visto in un’altra recensione di un quadro sempre di Antonella, il San Giuseppe falegname, nella sua rappresentazione di candela accesa rappresenta proprio l’Intelletto.

Sicuramente noi di THEORIA non possiamo proclamarci di prometeica specie, poiché non possiamo donare l’Intelletto agli altri. Il dono dell’Intelletto è qualcosa che ognuno di noi deve compiere dentro sé stesso, con una forza “titanica” per andare oltre sé stessi. Tuttavia, un dono di Natale, in questa serata che tutti i cristiani si preparano a vivere in famiglia, lo facciamo con questa recensione con l’augurio che ognuno di noi possa far nascere il Logos in sé stesso, così come tante volte abbiamo indicato nei nostri articoli e così come tante volte abbiamo spiegato come fare nell’Opera Reale del Lavoro Iniziatico da noi portata, o forse è meglio dire riportata, al mondo.

BUON NATALE 2022 da THEORIA!

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