Liberi si nasce, questo è sicuro e non parlo, ovviamente, soltanto di libertà fisica. Quella, fondamentalmente e fortunatamente, ce l’abbiamo tutti, almeno dal dopo guerra in avanti.
La nostra libertà però la perdiamo fin da subito. In parte, giustamente, ce la tolgono i genitori quando siamo piccoli; in parte a fin di bene in quanto non possiamo sapere bene le conseguenze delle nostre azioni. Poi, se i nostri genitori hanno fatto il loro lavoro in maniera egregia, ci lasciano la mano pian piano, facendoci diventare un po’ più liberi.
Ci sono quelli, invece, che continuano a “seguire” i figli non lasciandoli andare completamente, non liberandoli. Ecco… lo fanno per egoismo, a mio modo di vedere. Li vorrebbero stretti a loro per sempre. Loro liberi di amarli e indirizzarli ancora; solo che, così facendo, liberi non lo sono né loro, né i figli che ne diventano vittime.
Dunque si cresce e, se da un lato ci conquistiamo un po’ di libertà, dall’altro dobbiamo stare molto attenti a non perderla.
Se penso alla mia breve vita, ad esempio, posso dire con certezza che l’età in cui posso dire di esser stato quasi totalmente libero è stata quella che va dai 18 ai 25 anni. Oggi, lo ammetto, non lo sono più completamente.
Fortunatamente abbiamo tutti il libero arbitrio, ma ce lo autolimitiamo ed anche se io mi sento ancora abbastanza libero, se ci rifletto bene, rispetto a dieci anni fa, lo sono di mento.
Come si intuisce parlo di ben altre libertà. In realtà, chi può dire, facendosi un serio esame e magari rispondendo solo a se stesso, di essere realmente libero? Io, come detto, non lo sono e non ho paura neanche di ammetterlo, perché so che mi sono in parte autolimitato per necessità e magari un giorno ritornerò ad esserlo totalmente, magari quando riavrò un po’ più di serenità interiore.
Ci sono vari motivi per cui non lo sono.
Ora, però vorrei concentrarmi con l’esaminarne uno così che riesca a farmi capire meglio da voi.
Per me la libertà parte, innanzitutto, dal non farsi condizionare ed il condizionamento può derivare da tantissime cose: dal lavoro, dai soldi, dalle persone e da mille motivi che possono spingerci a non essere completamente noi stessi.
Ecco, qui la libertà, a mio modesto parere, viene meno. Perché, quante volte a causa del nostro lavoro, della nostra reputazione da difendere, dal non scontentare una persona, ci “costringiamo” ad azioni non volute?
Non vorrei assolutamente che ne trarreste una conclusione sbagliata; anche qui cercherò di spiegarmi meglio.
Se io rinuncio a qualcosa, se mi comporto volontariamente in un determinato modo perché so che questo renderà felice qualcuno e se lo faccio perché lo voglio, sono LIBERO. Anzi, per dirla in termini giuridici, faccio un “libero” esercizio delle proprie funzioni. Tra l’altro, so anche che comunque io ne sarò felice di conseguenza.
Se, invece, io mi privo dal fare qualcosa per via di una sorta di ricatto morale… “i miei non prenderanno bene questa cosa!”, oppure “Lei non sarà d’accordo!”, o peggio ancora “Se fai questo ti lascio!”, o ancora “Tu fai quello che vuoi”, facendo intendere ben altra libertà; allora li, formalmente siamo liberi, ma sostanzialmente?
E la cosa più triste è che ci toglie la libertà è proprio chi dice di amarci, cercando di capire cosa intendono per amore.
Altro condizionamento deriva dal nostro status sia lavorativo che sociale. L’esempio più classico che mi viene in mente e purtroppo la nostra società ne è piena, è quello del non poter dire realmente il proprio pensiero, perché, contrariamente, si potrebbe andare incontro a qualche forma di ritorsione. Magari, dal nostro superiore o dalla società stessa o dai clienti che mi potrebbero etichettare come chissà che cosa ed a noi il lavoro serve. Serve per pagare le bollette, il mutuo e per mangiare e di libertà, purtroppo, non si mangia. Così, dunque, ci limitiamo. Molti addirittura ci consigliano di lasciar stare con certi ragionamenti, con certe idee folli o di smetterla di fare i rivoluzionari o gli idealisti perché “tanto che ce ne viene?”
Detto ciò, vi chiedo umilmente, senza dover rispondere a me che non posso fare la morale a nessuno, siamo davvero liberi?

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