Per poter dare una interpretazione a questa opera di Francisco Goya ed al concetto che “Saturno divora suo figlio”, è necessario prima di tutto conoscere la mitologia greca ed il significato di Saturno nel contesto che lo accoglie come padre di Zeus, da non confondere con Chronos, divinità del tempo.
Essendo venuto a conoscenza da un oracolo che uno dei suoi figli lo avrebbe spodestato dal trono, Saturno, figlio di Urano e Gea, divorava i propri figli i quali, essendo immortali, erano così costretti a vivere all’interno del proprio padre. La moglie, Rea, per salvare Zeus dall’inevitabile “divorazione”, fa credere al marito di averlo ingoiato, dandogli invece una roccia al suo posto. Così Zeus, una volta cresciuto, spodesterà Saturno facendogli rigurgitare tutti i propri figli ed in primis proprio quella pietra che aveva ingoiato al suo posto.
Per poter ulteriormente capire “Saturno divora suo figlio”, utilizzando dei concetti già espressi in passato su questa rivista, prendiamo come spunto l’associazione del pianeta Saturno con la Sephirah di Binah nell’Albero Sephirotico. Tale associazione ci permette di capire che Saturno non è altro che la rappresentazione mitologica della mente umana la quale, genitrice dei pensieri, in questo caso li divora, rappresentando una operazione che l’Iniziato compie attuando delle pratiche che portano la propria mente a raggiungere il silenzio.
I pensieri dell’Iniziato sono impediti alla nascita, evitando così l’inevitabile processo logico compulsivo che di solito la mente umana compie.
Nel percorso ascendente dell’Albero Sephirotico, tale stato si raggiunge compiendo un “Salto nell’Abisso”, ovvero superando quell’ultimo velo che separa la personalità umana da una propria rappresentazione, verso qualcosa che trascende le forme e che concede l’assimilazione di immagini attraverso lo stato contemplativo e non più meditativo.
In poche parole, attraverso questa rappresentazione, la mitologia e quindi la rappresentazione, ci dicono che è necessario procedere verso il silenzio interiore.
Ecco dunque che una figura mitologica come quella di Saturno, spesso identificata con aspetti negativi, rappresenta invece un processo necessario per poter pervenire a quella Conoscenza di cui spesso parliamo in questa rivista e che abbiamo imparato a ricevere attraverso delle pratiche meditative.