In quest’articolo ritroviamo la nostra cara Antonella Spina in un’opera che è il proseguimento del quadro “NOSCE TE IPSUM” di cui riportiamo il link per rileggere quanto da noi esposto.
Anche questo quadro è un acrilico su tela 50x70cm che ripropone un contesto animico, un’osservazione interiore che in un primo momento ci aveva fatto scoprire l’esistenza di due componenti della nostra anima, così come proposto appunto in NOSCE TE IPSUM.
Questi componenti non sono altro che la διάνοια “dianoia” ed il νοῦς “noûs”, ovvero la razionalità e l’intelletto.
Precisiamo che, per dianoia si intende la razionalità umana, il processo logico che unisce dei dati per ricavarne un concetto; per nous si intende invece una conoscenza intuitiva ed istantanea, non costruita su basi logiche, ma su immagini interiori. È per questo motivo che il titolo dell’opera è Da’ath, termine ebraico che significa “conoscenza” e che rappresenta la Sephirah nascosta nell’Albero Sephirotico.
Se in NOSCE TE IPSUM le due figure antropomorfe erano imparziali ed impersonali, a significare il superamento dell’Ego, qui le due facce sembrano riacquisire perlomeno un profilo umano a rappresentare che si sta generando una nuova personalità dall’unione di entrambi i componenti. Infatti, le due figure non si trovano più una sopra l’altra, ma perfettamente in equilibrio ed accanto. Tra l’altro, la pittrice ha perfettamente illustrato la posizione che queste differenti conoscenze hanno nell’albero della vita, precisamente nelle Sephiroth di Binah per la dianoia e di Chokmah per il nous.
Esiste dunque ancora una dualità, ma è una dualità che sta fruttando poiché i due sistemi di conoscenza vengono ora utilizzati per interagire in ciò che noi semplicemente chiamiamo vita.
L’uomo, nella sua “normale” attività cognitiva, è abituato ad utilizzare il processo logico quale fonte per arrivare alla conoscenza e la società moderna europea ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia, dimenticando purtroppo che non esiste LOGOS senza nous. Infatti, la differenza tra la dianoia ed il logos è proprio l’ispirazione dettata dalla conoscenza noetica sulla quale la ratio si sviluppa.
Quest’opera è dunque un invito all’umanità e prima ancora alle organizzazioni iniziatiche, di recuperare la conoscenza noetica affinché questa possa essere la giusta ispirazione per lo sviluppo del Logos, unico vero ed immutabile sostegno dell’uomo.